Sulla base delle proprie attività indipendenti di monitoraggio ed elaborazione dei dati, la Fondazione GIMBE conduce campagne di sensibilizzazione pubblica e advocacy istituzionale mettendo sempre al centro la salute delle persone e la sicurezza degli operatori sanitari.
9 novembre 2020. Campagna #datiBeneComune
4 novembre 2020. Audizione informale presso la 12a Commissione Igiene e Sanità del Senato
28 settembre 2020. Vaccini influenzali
2 luglio 2020. Contagi degli operatori sanitari
1 luglio 2020. Audizione del presidente della Fondazione GIMBE, Nino Cartabellotta
14 maggio 2020. Fase 2: nuove riaperture basate su dati parziali, rischio nuovo picco
7 maggio 2020. Fase 2: potenziare testing con soglia minima di 250 tamponi/die ogni 100.000 abitanti
27 aprile 2020. Fase 2: mascherine per tutti, anche home-made
2 aprile 2020. Il caso dei “falsi guariti” in Regione Lombardia
22 marzo 2020. Massima tutela per gli operatori sanitari
9 novembre 2020. Campagna #datiBeneComune
La Fondazione GIMBE è tra i promotori della campagna #DatiBeneComune: in un momento così drammatico per il nostro Paese chiediamo alle istituzioni di rendere pubblici tutti i dati relativi all’epidemia, su cui si basano le decisioni che condizionano la vita quotidiana, il lavoro, la salute della popolazione.
4 novembre 2020. Audizione informale presso la 12a Commissione Igiene e Sanità del Senato
La Fondazione GIMBE ha presentato i principali dati derivanti dal monitoraggio indipendente dell’epidemia di COVID-19, da cui emerge che la «non strategia» di inseguire i numeri del giorno con DPCM settimanali che introducono misure troppo blande rispetto alla velocità di crescita della curva dei contagi sta di fatto spingendo il Paese verso il lockdown totale. La Fondazione GIMBE rileva inoltre la mancata accessibilità dei dati in formato open per analisi indipendenti. In particolare, sono disponibili in formato open solo i dati del report giornaliero relativo ai casi di COVID-19 mentre, al contrario, non lo sono per il sistema di sorveglianza nazionale integrata di cui disponiamo solo dei report settimanali dell’Istituto Superiore di Sanità che presenta i dati in forma aggregata. I report sugli indicatori di monitoraggio della fase 2 della Cabina di Regia, utilizzati per guidare le misure restrittive, non sono invece mai stati resi pubblici.
La Fondazione GIMBE, pertanto, ha pubblicamente richiesto di:
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includere nel report giornaliero dei casi di COVID-19 del Ministero della Salute il numero di contagi per Comune, oltre che i dettagli per Province e Comuni dei numeri relativi a isolamento domiciliare, ospedalizzati con sintomi, terapie intensive, guariti, deceduti, tamponi, casi testati;
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rendere accessibile il database nazionale di sorveglianza integrata dell’Istituto Superiore di Sanità in formato open data;
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rendere pubblici tutti i report dei 21 indicatori stabiliti dal D.M. 30 aprile 2020 utilizzati per il monitoraggio della fase 2, rendendo altresì accessibile il database in formato open data;
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rendere espliciti e riproducibili i criteri per l’attribuzione del livello di rischio stabiliti dagli artt. 2 e 3 del DPCM 3 novembre 2020.
La Fondazione GIMBE ha condotto un’analisi indipendente con l’obiettivo di mappare gli approvvigionamenti regionali di vaccino antinfluenzale, valutare la potenziale copertura per le categorie a rischio e stimare la disponibilità di dosi per la popolazione generale. Sono state quantificate le difficoltà di accesso per la popolazione generale al vaccino antinfluenzale ed è stato evidenziato che in molte Regioni solo la decisione di escludere una o più categorie a rischio (es. bambini) dall’offerta attiva e gratuita o di accontentarsi di un target inferiore al 75%, permetterà di aumentare la disponibilità di dosi nelle farmacie. La Fondazione GIMBE auspica che i dilemmi etici posti da una programmazione inadeguata del fabbisogno vengano, almeno in parte, risolti da meccanismi di solidarietà tra Regioni, da approvvigionamenti diretti del Ministero tramite circuiti internazionali e, soprattutto, da un’adeguata organizzazione regionale con tempestiva chiamata attiva delle fasce a rischio, così da rilasciare in tempo utile alle farmacie le dosi non utilizzate.
La Fondazione GIMBE ritiene inaccettabile la mancata disponibilità di dati analitici relativi alla distribuzione regionale, al contesto assistenziale e al ruolo/qualifica professionale degli operatori sanitari contagiati che consentirebbero di comprendere meglio il fenomeno e mettere in atto le opportune strategie preventive a tutela degli operatori e dei cittadini.
La Fondazione GIMBE ha presentato i principali dati derivanti dal monitoraggio indipendente dell’epidemia di Covid-19: gestione dell’epidemia; disponibilità di un vaccino; sintesi sulle attuali ragionevoli (in)certezze della scienza; trend dei tamponi totali e tamponi diagnostici; stato dell’arte dell’app Immuni e dell’indagine sieroepidemiologica; andamento dei contagi degli operatori sanitari. La Fondazione GIMBE, ha rilevato che le Istituzioni non rendono disponibili dati in formato open data per poter effettuare analisi indipendenti.
Considerato che le fonti ufficiali riportano pubblicamente solo 3 dei 21 indicatori previsti dal sistema di monitoraggio nazionale, la Fondazione GIMBE invita le Regioni a trasmettere tutti i dati richiesti e chiede al Ministero della Salute di renderli pubblici, sia in formato open per i ricercatori, sia in un formato di facile comprensione per i cittadini.
14 maggio 2020. Fase 2: nuove riaperture basate su dati parziali, rischio nuovo picco
La Fondazione GIMBE rileva che decidere la ripresa di attività e servizi sulla base di dati che, occupazione di posti letto a parte, riflettono ancora il periodo del lockdown, aumenta il rischio di una seconda ondata all’inizio dell’estate.
La Fondazione GIMBE ha presentato i principali risultati del progetto di monitoraggio indipendente dell’epidemia di Covid-19: il modello predittivo dell’epidemia; il modello di monitoraggio basato su prevalenza e incremento percentuale dei casi applicabile a singole regioni, province e comuni; le diseguaglianze regionali in termini di strategie di testing; le evidenze a supporto dell’utilizzo generalizzato delle mascherine come dispositivi di protezione individuale. La Fondazione GIMBE, rilevando che non è ad oggi disponibile alcuna banca dati sulla storia naturale dei pazienti COVID, chiede che nella fase 2 tutti i dati raccolti a livello istituzionale vengano forniti in formato open in maniera che i ricercatori possano rilevare delle criticità e fornire suggerimenti alle istituzioni.
7 maggio 2020. Fase 2: potenziare testing con soglia minima di 250 tamponi/die ogni 100.000 abitanti
La Fondazione GIMBE richiama le Regioni a implementare l’estensione mirata dei tamponi diagnostici e chiede al Ministero della Salute di inserire tra gli indicatori di monitoraggio della fase 2 uno standard minimo di almeno 250 tamponi diagnostici al giorno per 100.000 abitanti. Il Governo infatti, oltre a favorire le strategie di testing, deve neutralizzare comportamenti opportunistici delle Regioni finalizzati a ridurre la diagnosi di un numero troppo elevato di nuovi casi che, in base agli algoritmi attuali, aumenterebbe il rischio di nuovi lockdown.
27 aprile 2020. Fase 2: mascherine per tutti, anche home-made
Dopo avere pubblicato l’analisi delle conflittuali raccomandazioni di autorità sanitarie internazionali e una revisione sistematica sulle prove di efficacia delle mascherine in comunità, Trisha Greenhalgh dell’Università di Oxford e Jeremy Howard dell’Università di San Francisco hanno realizzato una sintesi per il grande pubblico già tradotta in 17 lingue e dal 27 aprile disponibile in italiano grazie alla Fondazione GIMBE. Tenendo conto delle difficoltà di approvvigionamento e distribuzione delle mascherine, la scienza conferma l’opportunità del “fai da te”, perché non c’è alcuna evidenza che le mascherine debbano essere costruite con materiali o tecniche particolari.
2 aprile 2020. Il caso dei “falsi guariti” in Regione Lombardia
La Regione Lombardia non trasmette il numero dei soggetti guariti, ma solo dei dimessi. Questi casi nel report della Protezione Civile vengono conteggiati tra i guariti, con conseguente distorsione della comunicazione pubblica sull’andamento dell’epidemia da coronavirus. La Fondazione GIMBE chiede alle Istituzioni di eliminare questa ambigua etichetta, di non conteggiare tra i “dimessi/guariti” i casi con status di guarigione non noto e distinguere le guarigioni cliniche da quelle virologiche.
22 marzo 2020. Massima tutela per gli operatori sanitari
La Fondazione GIMBE chiede di estendere l’esecuzione dei tamponi a tutti i professionisti e operatori sanitari e invita l’Istituto Superiore di Sanità a modificare e integrare le linee guida nazionali per garantire la massima protezione di chi è impegnato in prima linea contro l’emergenza coronavirus.
Outcome
- 30 marzo 2020. Aggiornamento del documento con le indicazioni sull’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale durante l’assistenza ai pazienti
- 3 aprile 2020. L’esecuzione dei test va assicurata agli operatori sanitari e assimilati a maggior rischio
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