Coronavirus: i falsi guariti in Lombardia. GIMBE chiede di mettere fine alle ambiguità
10 aprile 2020
La Regione Lombardia non trasmette il numero dei soggetti guariti, ma solo dei dimessi. Questi casi nel report della Protezione Civile vengono conteggiati tra i guariti, con conseguente distorsione della comunicazione pubblica sull’andamento dell’epidemia da coronavirus (figura).
«Nonostante l’appello della Fondazione GIMBE – dichiara il Presidente Nino Cartabellotta – dopo un’analisi sui dati relativi ai soggetti guariti trasmessi da 8 Regioni realizzata in collaborazione con YouTrend, il resoconto giornaliero inviato dalla Lombardia alla Protezione Civile e le modalità con cui questa conteggia i casi rimangono invariati».
Ieri 9 aprile 2020, il tracciato della Regione Lombardia riportava nell’area verde:
- 15.706 casi con “con almeno un passaggio in ospedale (anche solo in pronto soccorso) dichiarati dimessi/non ricoverati dagli ospedali lombardi. Questi pazienti sono in isolamento domiciliare fino a che non saranno dichiarati guariti”. In altre parole, la Lombardia dichiara esplicitamente che si tratta di casi che non possono essere considerati guariti
- 16.042 “persone per cui non si rileva nessun passaggio in ospedale”
Nel report ufficiale della Protezione Civile:
- 15.706 casi, che la Lombardia dichiara “in isolamento domiciliare”, vengono inseriti nella colonna “Dimessi/Guariti” per poi confluire nel “Totale Guariti”.
- 16.042 vengono correttamente riportati nella colonna “Isolamento domiciliare”.
Considerato che:
- il 55,2% del “Totale Guariti” in Italia proviene dalla Lombardia (15.706/28.470);
- la maggior parte delle altre Regioni trasmettono i dati utilizzando i criteri di guarigione clinica e virologica definiti dal Comitato Tecnico Scientifico;
al fine di eliminare questa indebita distorsione dei casi guariti, la Fondazione GIMBE chiede:
- alla Protezione Civile e al Ministero della Salute di non conteggiare più tra i “Guariti” i casi che la stessa Regione Lombardia dichiara “in isolamento domiciliare”;
- alla Regione Lombardia di allinearsi alle altre Regioni sulle modalità per riportare i casi “Guariti”.
«La sovrastima del numero dei casi guariti – conclude Cartabellotta – condiziona la percezione pubblica sull’andamento dell’epidemia e influenza le decisioni sanitarie e politiche. In particolare, la pianificazione della “fase 2” deve essere informata da dati reali, evitando qualsiasi distorsione che induce decisioni finalizzate a tutelare interessi economici, piuttosto che la salute delle persone».
Il monitoraggio GIMBE dell'epidemia di COVID-19 è disponibile a: https://coronavirus.gimbe.org
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